Riflessioni timologiche su un fatto accaduto nel giorno di san Valentino

Sono insegnante e timologa. Da alcuni mesi frequento un Corso di Specializzazione che comprende un tirocinio con bambini affetti da gravi disabilità. Il tirocinio – in una scuola pubblica di Palermo – al fianco di una collega-tutor esperta non è esperienza facile, non solo a causa delle gravi disabilità intellettive del bimbo che seguo, ma anche e più per le dinamiche relazionali esistenti tra le docenti, dinamiche spesso contenenti tensione, ostilità, competizione, critica eccessiva.

Studio da anni le emozioni attraverso la Timologia. Colgo con facilità le interazioni agenti nel cosiddetto Campo timico. Forse val la pena ribadire cos’è il “campo timico”… In Timologia è il luogo psico-fisico in cui agiscono e si manifestano le diverse timie, ovvero l’umore, le emozioni, la passione, l’atteggiamento, la motivazione. Cosa produce il mio campo timico quando interagisce con quello degli altri? Immaginiamo di trovarci in una grande “piscina” (che in Timologia è l’Ambiente timico) nella quale nuotiamo felici perché profumata da petali quando all’improvviso qualcuno sporco di escrementi vi entra… cosa accade? Facile da immaginare guardando le vostre espressioni!…

Ebbene, noi pensiamo alla classe come un luogo in cui nascono le relazioni amicali, in cui l’interazione tra docenti e alunni è una vera relazione di cura, un luogo in cui si apprende divertendosi, in cui si acquisiscono comportamenti prosociali, un luogo in cui si promuove, o si dovrebbe promuovere, una corretta vita emotiva. Poi d’improvviso ci troviamo – in realtà – in un ambiente timico  inquinato da campi timici personali contenenti emozioni negative, pensieri invasi da preconcetti, umore nero, scarse motivazioni a creare un ambiente sano. Le relazioni antifiliache delle colleghe che trascorrono il proprio tempo a litigare davanti agli alunni – illudendosi che non arrivi loro nulla – sono la “piscina piena di escrementi”.

Dopo l’ennesimo litigio, questa mattina il bambino con disabilità ha sferrato una violenta testata alla collega insegnante di sostegno rompendole il setto nasale. In fondo lui non ha il controllo delle emozioni, ma … se avessi potuto avrei fatto la stessa cosa!….La scuola – è proprio vero – è un luogo da rieducare” – ha detto una mia amica: io condivido pienamente…

Spesso ci stupiamo quando sentiamo nei Tg di efferati crimini, ma quanti ne avvengono nei nostri luoghi di vita comune? Quanta incompetenza emotiva o – come si afferma in Timologia – quanto analfabetismo emotivo circola in tutti gli ambienti, anche quelli che dovrebbero formare o dare cure? Non abbiamo consapevolezza di ciò che proviamo, coscienza del perché lo proviamo e soprattutto contezza nel trasferirne i contenuti.

Credetemi… fra tutti coloro che erano a scuola stamattina proprio il bambino- pur non parlando – ha espresso chiaramente le sue emozioni di fronte a tali immaturità e lo ha fatto nell’unico modo a lui consentito.

Florinda Formoso

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