A che serve la timologia?

SITI Società Italiana di Timologia

Cos’è la felicità?

Hai mai incontrato qualcuno che non desiderasse essere felice?

Molti dicono che è più importante la salute, i soldi ed il successo.

Ma alla domanda d’una spiegazione, rispondono che senza queste cose non è possibile essere felici. Senonché non tutta la gente in salute è felice; non tutte le persone di successo vivono serenamente, molte di loro soffrono di depressione e s’imbottiscono di farmaci, e coloro poi che navigano nella ricchezza solitamente non sono contente e vivono nel timore continuo di perdere la fonte delle loro sicurezze.

Felicità è qualcosa di diverso e di più della soddisfazione, del piacere e del successo. Molti negano che si possa essere felici o al massimo ritengono che sia cosa di breve durata e passeggera.

Altri poi la confondono con la gioia, salvo poi rimanere interdetti di fronte al quesito che li interroga sulla differenza fra le due.

La verità è che queste cose sono circondate da una diffusa fumosità, che gli specialisti comunemente definiscono analfabetismo emotivo, al quale attribuiscono molto dell’attuale malessere sociale, tanto che i delitti che avvengono all’interno della relazione, fra parenti, contro le donne ed anche l’infanzia, hanno superato i crimini delinquenziali.

Cos’è l’emozione?

Tutti siamo convinti di conoscere le emozioni, tutti parliamo di sentimenti, ci commoviamo di fronte alla bellezza, ci innamoriamo, ma siamo sicuri di sapere cos’è un’emozione?

Tutti conosciamo com’è fatta una casa, come funziona una macchina, ma siamo altrettanto sicuri d’esser capaci di descrivere la natura ed il funzionamento d’un’emozione?

Qual è la sua struttura e come si esprime e fluisce?

Si legge normalmente sui libri che l’uomo è un essere razionale e che alla passione si oppone la ragione. Ma chi mai si sposa facendo una perfetta equazione, oppure sceglie una professione o una vacanza senza ascoltare il proprio cuore? Infatti l’intelligenza razionale spiega e descrive le situazioni, ma è il cervello emotivo che prende le decisioni.

Ed inoltre, chi mai ci ha raccontato che ogni emozione ha la sua contraria? Oppure che la sua assenza o l’incapacità di esprimerla sia indice di analfabetismo emotivo o addirittura di psicopatia?

Tutti i governi del mondo si preoccupano dell’istruzione dei cittadini e profondono ingenti risorse per la formazione. Tutto ciò è funzionale alla conoscenza e all’intelligenza del saper fare e del saper produrre, mentre invece il saper essere ed il saper relazionarsi riguarda la competenza emotiva e relazionale, la quale sta alla base di ogni convivenza e della cittadinanza.

Che cos’è la cura?

Tutta la vita è un prendersi cura. Un grande filosofo ha detto che la stessa vita è cura. Ci prendiamo cura di noi stessi, di chi ci circonda, delle nostre case, dei nostri interessi.

L’ambiente chiede cura. I bambini chiedono cura ai genitori e gli anziani ai più giovani.

Non vi è amicizia senza cura.

Esistono professioni che hanno nella cura il loro fondamento: gli operatori sanitari si prendono cura dei pazienti, gli insegnanti degli allievi, i sacerdoti delle anime, ma anche ogni altra professione è un prendersi cura-di un ambito o qualcosa di specifico.

Prendersi cura richiede una competenza specifica, delle particolari conoscenze e abilità. Ma quando la cura è rivolta ad un essere umano, non bastano le conoscenze specifiche. L’essere umano chiede ascolto, attenzione, empatia.

Qualunque azione di cura deve essere preceduta ed immersa in una relazione di cura, pena la disumanizzazione dell’azione terapeutica.

Prendersi cura degli altri è anche un prendersi cura di se stessi, perché l’atto curativo riempie di senso l’opera del curante. Ma ciò richiede una competenza che deve andare oltre perché diventi l’avverarsi di una profonda umanità.

Cos’è l’educazione?

Sono tante le parole che si usano per indicare l’educazione, ma non correttamente: insegnare è lasciare un segno profondo; istruire è preparare un percorso e costruire conoscenze; formare è modellare le menti. Per farlo ci vogliono gli insegnanti, gli istruttori e i formatori.

Nell’educazione il protagonista principale è invece l’allievo e la sua crescita.

L’ e-duca-zione (da educere) è tirar fuori il tesoro che è dentro, è far render l’altro al meglio delle sue possibilità.

All’educatore non basta quindi l’azione dell’istruire, dell’insegnare e del formare, cioè possedere la competenza didattica, ma serve di più e cioè la capacità di creare un ambiente emotivo adatto all’apprendimento, allo star bene in classe e a generare entusiasmo.

L’educare necessita oltre che la capacità didattica dell’insegnante, la competenza pedagogica dell’educatore, senza la quale, la relazione in classe sprofonderebbe nell’analfabetismo pedagogico.

Alle domande di che cos’è la felicità, l’emozione, la cura e l’educazione risponde la timologia, scienza delle emozioni, promuovendo corsi e seminari specifici.

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