Io, Io, sempre e solo Io: il credo del superbo

La superbia è un vizio capitale che assume varie sfumature: la boria, l’orgoglio, la presunzione ed il vanto. Rientra nella vasta area emotiva della rabbia, l’emozione primaria di base che nega l’Altro introducendo l’ostilità, il rifiuto ed il conflitto nella relazione. La superbia è caratterizzata da un’autostima esagerata e dalla frenesia d’un Io che vive nel costante opporsi e confrontarsi attraverso atteggiamenti di superiorità e di disprezzo nei confronti degli altri.

Lo fa in vari modi: con l’alterigia, assumendo un atteggiamento orgoglioso, fiero e distaccato; con l’altezzosità dei comportamenti sprezzanti e snobistici; con la spocchia, che aggiunge all’altezzosità uno scarso riguardo verso i meriti e le capacità altrui e, a volte, con la iattanza dell’esibizione sgradevole ed arrogante della propria superiorità.

Il dato carenziale è da ricercarsi probabilmente in un passato di trascuratezza e mancanza di apprezzamento, al quale il superbo risponde con una sopravvalutazione ed un amore smodato di sé (il narcisismo e la vanità), che diventa hybris, arroganza, disprezzo degli altri, rifiuto delle regole e delle leggi, che possono sfociare persino nel delirio di onnipotenza e nella megalomania. Non va, però, sottovalutata l’ipotesi educativa in un ambiente in cui la superiorità di classe, censo o appartenenza venga coltivata come segno d’identità, di distinzione dagli altri.

La superbia è un instancabile motore di competizione ostile, che avvelena le relazioni e carica di aggressività i rapporti nell’intento continuo di stabilire la propria vera o presunta superiorità. Tutto questo si traduce nella frenesia del controllo e del dominio, che nasconde una rimossa insicurezza e timore degli altri.

Un territorio, dove la superbia alligna, spesso producendo pericolosi e patetici comportamenti, è quello delle prestazioni sessuali. Il superbo non accetta le limitazioni dell’età e fa di tutto per essere sempre all’altezza della situazione. Da qui il ricorso ad aiuti chimici con esiti tragici per il muscolo cardiaco che non riceve più l’ossigeno di un tempo!

Superbia e patologia: la superbia ha come organo bersaglio il cuore e l’apparato cardio-circolatorio per lo stress continuo a cui viene sottoposto per mantenere costantemente all’altezza della situazione chi ne soffre. Il cuore del superbo è costantemente impegnato anche quando ciò non appare all’esterno. I rischi d’infarto, di ictus ed altri gravi danni sono sempre in agguato. Dal punto di vista psicologico il superbo è proteso verso il baratro del pensiero delirante, fomentato dalla megalomania e dal narcisismo. Coltivare la superbia può, inoltre, portare ad una produzione eccessiva di serotonina con conseguenze maniacali (L. Masi 2015).

Questo quadro psichico è terreno fertile per molte ideologie, come quella del successo, schiava d’un meccanismo competitivo che porta inevitabilmente alla frustrazione. La verità è che il successo non è mai raggiungibile in quanto sottostà sempre alla voglia di ottenere qualcosa di più di quello che si è riusciti ad ottenere. Adler direbbe che l’ideologia del successo altro non è che un meccanismo di risposta inconscia alla propria condizione d’inferiorità vera o presunta.

Altra tentazione del superbo è il potere non solo come autoesaltazione, ma anche per poter esercitare un controllo sugli altri che, in fondo, teme nella sua inconscia insicurezza. Il superbo tende inoltre ad aderire a forme di razzismo, sempre per nutrire la propria convinzione di superiorità. Egli non capisce o accetta il fatto che la condizione umana necessiti costitutivamente dell’Altro, perciò vive immerso in un esser-contro, prigioniero dentro un meccanismo ostile e carico di solitudine.

Possibili cure: coltivare l’umiltà ed il senso del limite, che liberano dall’ostilità e dalla schiavitù di dover sempre dimostrare o esercitare una superiorità che allontanano e negano ogni felicità.

Carluccio Bonesso

25/05/2016

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